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 DIRIGEANTS E DIRIGENTI : DUE TERMINI DIVERSI

La similitudine lessicale fra i termini “dirigeants” in Francia e “dirigenti” in italia non implica una sovrapponibilità semantica completa e porta spesso a generare fraintendimenti fra gli operatori dei due paesi.

I dirigenti in Francia

Il termine dirigeants nell’ordinamento francese

In Francia, il termine “dirigeant” è ampiamente usato per indicare chi si trova al vertice dell’impresa, senza una definizione giuridica precisa. Si può definire un termine quasi di utilizzo comune che comprende sia i lavoratori subordinati, sia coloro che ricoprono ruoli più propriamente dirigenziali, nonché coloro che hanno un mandato di amministrazione all’interno di una società. Di conseguenza, essa abbraccia una vasta gamma di figure, dalle posizioni di “cadre dirigeant – salarié” (equivalente al dirigente italiano) a quelle di “dirigeant mandataire social” (amministratore di società). In particolare:

  • Il termine “dirigeant mandataire social” si riferisce agli amministratori delle società francesi SA/SARL/EURL, così come presidenti, amministratori delegati e direttori generali di SA, membri del comitato esecutivo di SA, e amministratori di SARL e SNC. Questa figura è regolamentata dal Codice del Commercio francese, dove il “mandat social” conferisce il potere di rappresentare, dirigere e gestire l’impresa.
  • D’altro canto, il “cadre dirigeant” è soggetto al diritto del lavoro francese, che lo identifica come dipendente subordinato con un alto grado di autonomia e responsabilità. Questi dipendenti hanno poteri decisionali significativi e una remunerazione adeguata, e sono esenti da alcune disposizioni del diritto del lavoro relative al tempo di lavoro. La definizione dell’articolo L3111-2 del codice del lavoro li definisce infatti come “dipendenti subordinati aventi potere di direzioni ai quali sono assoggettate delle responsabilità la cui importanza implica una notevole indipendenza nell’organizzazione del proprio tempo di lavoro, che sono legittimati a prendere decisioni in maniera autonoma e che percepiscono una remunerazione elevata tenuto conto delle remunerazioni generalmente pagate dal datore di lavoro”. Si può quindi affermare che è il termine cadre dirigeant ad avvicinarsi di più semanticamente al termine dirigente proprio dell’ordinamento italiano

Va segnalato che la giurisprudenza francese, in casi eccezionali, consente il cumulo del rapporto di lavoro dirigenziale con il mandato sociale di amministratore. Tuttavia, questa possibilità è soggetta a specifiche condizioni, come confermato da diverse sentenze della Corte di Cassazione (Cass soc, 25 gennaio 1957, n° 851, Bull civ Iv, n°83; Cass soc, 5 febbraio 1981, n° 79-14.798; Cass soc, 29 novembre 2006). Per garantire ulteriormente tale cumulo, è opportuno che il Pôle emploi, equivalente francese del Servizio Pubblico per l’Impiego, lo riconosca. In tal caso, i “dirigeants” possono beneficiare delle disposizioni più favorevoli previste dal Codice del Lavoro e dalla contrattazione collettiva applicabile ai lavoratori subordinati, specialmente per quanto riguarda compensi, licenziamenti, disoccupazione e pensioni.

dirigenti in Francia

dirigenti in Francia

Il termine dirigenti nell’ordinamento italiano

 

I dirigenti secondo tradizione consolidata nell’ordinamento italiano sono comunemente definiti come “l’alter ego” dell’imprenditore. Tuttavia, a differenza della situazione in Francia, in Italia essi sono sempre ed esclusivamente considerati lavoratori subordinati.

 

È cruciale sottolineare che il termine “dirigente” in Italia rappresenta più di un semplice titolo; è piuttosto una figura soggetta a un regime giuridico specifico, con particolare riferimento al contenuto di determinate clausole contrattuali, alle disposizioni della contrattazione collettiva applicabile e alle indennità previste in caso di licenziamento, tra le altre cose. La categoria dei “dirigenti” è chiaramente definita dall’art. 2095 del Codice Civile italiano come la più elevata delle quattro categorie di lavoratori subordinati:

“I prestatori di lavoro subordinato si distinguono in dirigenti, quadri, impiegati e operai”.

Ciò ha una serie di implicazioni:

  1. secondo la legge italiana i dirigenti sono e rimangono lavoratori subordinati, anche se occupano una posizione di vertice all’interno dell’azienda. In altre parole, si potrebbe dire che i dirigenti sono gli “impiegati di alto livello” e i “manager di vertice”, come ad esempio il direttore commerciale, il direttore finanziario, il direttore amministrativo e finanziario, ecc.
  2. La categoria dei dirigenti in Italia è distinta da quella dei quadri e degli impiegati con funzioni direttive, trovandosi all’apice della scala gerarchica all’interno dell’impresa. Un dirigente sarà generalmente incaricato della gestione dell’intera società o di un suo settore, mentre i quadri e gli impiegati con funzioni direttive saranno più strettamente legati alla direzione dell’impresa o a un dirigente
  3. Anche in Italia è ammessa la possibilità di cumulare la posizione di amministratore e di lavoratore subordinato, a condizione che siano rispettate le condizioni stabilite dalla giurisprudenza (alcuni esempi: non può trattarsi di un amministratore delegato con poteri illimitati di ordinaria e straordinaria amministrazione, di amministratore unico, né di direttore generale).
Avvocato Aurora Visentin

Avvocato italiano in Francia specializzata in diritto del lavoro. Svolgo la mia attività a Parigi e a Milano. Attraverso il mio studio legale italo-francese assisto le società italiane che hanno interessi commerciali in Francia e le società Francesi che operano nel mercato italiano.

Avvocato Aurora Visentin